La fase di produzione delle cravatte in seta stampata, le pių diffuse ma non certo meno prestigiose. I metodi di incisione a mano e le procedure di colorazione
A causa dei costi minori, della semplicità nell'aspetto e della possibilità di utilizzo di ogni ambito possibile, la cravatta stampata è inevitabilmente anche la più la più diffusa.
Ma accanto a quelle più economiche, esistono cravatte stampate di pregevole fattura nel tratto, nella sottigliezza e nella colorazione, che gioco forza implicano una notevole abilità tecnica e investimenti non irrilevanti.
Durante la fase di fabbricazione si presentano due tappe fondamentali: la stampa e il dosaggio dei colori.
Visitando i grandi stabilimenti e le fabbriche sartoriali ultramoderne possiamo comprendere fino a che punto i più importanti produttori serici sappiano unire qualità e competitività, e dove ogni giorno vengono stampati enormi quantità di seta.
Dalla Cina, uno dei più grandi produttori mondiali di seta al pari di Brasile e Tailandia, arrivano svariate centinaia di metri di tessuto di seta cruda e già tessuta.
La seta destinata alla produzione delle cravatte è nella stragrande maggioranza dei casi un twill, il cui intreccio saia presenta coste diagonali particolarmente sottili.
Le stampe sono generose di motivi e colori, e vengono ottenute attraverso un particolare procedimento di applicazione, in cui ogni diverso colore viene applicato a strati sulla seta cruda.
Esiste un secondo metodo, detto di "corrosione", e consiste in una prima fase in cui si distende sul tessuto un colore di fondo, e una seconda fase in cui viene eliminato con un prodotto corrosivo in corrispondenza dei punti in cui si vuole collocare il disegno, ed infine una fase finale di stampa del motivo sul tessuto.
Che sia cruda oppure tinta, la pezza di tessuto, che misura generalmente tra i 40 e i 200 metri di lunghezza, viene fatta scorrere su un lungo tavolo per essere colorata.
Ogni colore viene applicato su un metro circa di tessuto attraverso uno schermo di poliammide, chiamato "quadro": alcune parti sono permeabili, in questo modoe il colore, attraversandole, impregna solamente le aree desiderate.
Se si vuole stampare un tessuto in 5 colori ad esempio, saranno necessari 5 quadri di stampa, riposti in successione sulla medesima superficie.
In alcuni casi, è il quadro ad essere spostato un metro alla volta sopra il tessuto; in altri circostanze invece è il tessuto a scivolare sotto i quadri posti uno accanto all'altro: completamente automatizzati, questi quadri si spostano o i tessuti scivolano sul tavolo, ricevendo i colori sotto la supervisione di personale specializzato.
La qualità della stampa dipende in definitiva dalla perfetta fattura di questi quadri, ovvero dalla "incisione", un campo dove i computer la fanno da padrone.
L'incisione tradizionale invece è realizzata interamente a mano, ed è solitamente affidata a stabilimenti specializzati e di gran prestigio.
Per alcuni particolari tipologie di sete stampate a motivi di piccola dimensione o con colori a diverse sfumature, l'incisore dovrà dimostrare una straordinaria precisione.
Questo procedimento inizia dal produrre un disegno a colori del motivo da stampare: il primo compito dell'incisore sarà quindi quello di individuare con precisione assoluta tutti i vari colori che lo compongono e successivamente decalcare su una pellicola trasparente, con l'ausilio di pennello e inchiostro di china, le superfici dello stesso colore.
Se un disegno è composto ad esempio da 5 differenti colori, l'incisore dovrà opererare su 5 pellicole diverse che, sovrapposte l'una all'altra forniranno l'insieme completamente colorato.
Ogni diversa pellicola viene poi riposta su un piano di vetro, sotto il quale sono collocate alcune lampade a raggi ultravioletti e sopra il quale viene posto il quadro in poliammide cosparso di una particolare vernice che si indurisce alla luce.
In questo modo, la luce delle lampade indurisce e rende impermeabile l'intero quadro, ad eccezione delle parti che le superfici inchiostrate della pellicola proteggono dai raggi; il quadro viene successivamente risciaquato da un forte getto d'acqua, in modo che la vernice che non si è indurita venga rimossa e si formino delle zone permeabili, che verranno attraversate dal colore durante la fase di stampa.
E' chiaro quindi come questo lavoro richieda estrema minuziosità, considerando che un disegno da cravatta può anche contenere punti cromatici quasi impercettibili, che si fondono ad altri creando ad esempio finissimi effetti di gradazione e che sfasature o accavallamenti di colore non sono accettabili.
L'incisione di un quadro è un'operazione piuttosto lunga, effettuata da veri e propriartigiani di altissimo livello, e di conseguenza è anche molto costosa.
Il numero di colori compresi nel disegno è direttamente proporzionale al numero di quadri necessari all'operazione e in questo modo crescono anche i costi di produzione.
Le cravatte moderne richiedono mediamente l'utilizzo di 4 o 5 quadri, ma osservando attentamente le cravatte stampate di qualità eccelsa, si possono contare fino 12 colori differenti.
Quel che conta è comunque rimanere fedeli il più possibile alle colorazioni determinate dall'ideatore del disegno.
La qualità dei colori identifica di fatto la firma dello stampatore, che mantiene il massimo riserbo sui segreti della composizione e del dosaggio, chiamati in modo simpatico "la cucina dei colori".
Si tratta in definitiva di un procedimento che permette di realizzare sfumature sottili, ma anche e soprattutto la perfetta conservazione delle formule, ognuna delle quali viene memorizzata nei dispositivi elettronici, mentre il cravattaio, ovvero il professionista che, in stretta collaborazione con le case di alta moda, ha il compito di concepire e produrre le cravatte, avrà la garanzia di ritrovare esattamente gli stessi colori, nel caso decida di riproporre un vecchio modello.
Ci sono poi celebri marchi che lavorano ancora secondo metodi di antica tradizione, in cui si continua a preparare il colore mescolandone gli ingredienti con i piedi, e in cui un uomo indossa degli stivaloni da pescatore in una vasca di terraglia.
Nel mondo della seta oggi sono definiti "madder" le diverse tinture derivate tramite l'aggiunta di alcuni sali minerali della robbia sintetizzata: l'alizarina.
Un bagno finale nell'indaco rende tali coloranti particolarmente dolci e profondi: siano essi di colore blu, rosso, verde o giallo, i madder si riconoscono dal fondo, dall'opacità e dai tipici riflessi scuri.
I veri madder impongono l'utilizzo di una seta tessuta al 100% con fili continui e del tutto privi di bavelle, che vengono bolliti prima della fase di tessitura in modo da eliminare la loro gomma naturale; a questo punto si aggiunge alla seta una nuova gomma, che conferisce il caratteristico tocco vellutato tipico delle cravatte madder.
I colori non hanno solo lo scopo di soddisfare la vista: sono anche tra gli elementi che contribuiscono alla "mano" di una cravatta.
Il numero e la natura dei coloranti, soprattutto i più scuri che sono anche i più pesanti, modificano infatti leggermente il peso della cravatta, quindi la stessa seta, ornata con gli stessi motivi ma colorata diversamente, non darà la stessa sensazione al tatto.