A una simile varietà di figure si affianca quella della loro esecuzione, dei loro diversi tessuti, delle sfumature di colore: l'appassionato della cravatta può quindi sbizzarrirsi nella scelta del motivo fra il classico e l'allegro, lo stravagante e il malinconico, il discreto e l'audace, lo sportivo e l'intellettuale.
Sin dal 1930 la poesia della cravatta, assieme alla varietà della psicologia umana, si esprimono con un numero incalcolabile di motivi, anche se la cravatta non ha preso la sua forma attuale allo scopo di riempirsi di figure.
Gli Incroyables del Direttorio ostentavano già le prime cravatte a righe e il 19esimo secolo vide schiudersi su alcuni farfallini e sulle primissime tinte a pois, a spina di pesce o con piccoli motivi geometrici.
Ma la regola generale era sempre la stessa: la tinta unita, preferibilmente bianca o nera.
Nel 1916 si scriveva di Boni di Castellana, celebre dandy mondano della Parigi della Belle Époque, celebre per l'azzardo con cui sfoggiava cravatte dai colori vivaci a pois o a righe: "L'eleganza di Boni si vede": l'accusa non era solamente rivolta alle sue cravatte, che comunque denotavano un cattivo gusto.
20 anni dopo improvvisamente la gamma di colori e motivi aumentò, nel tentativo forse di compensare l'inespressiva serietà delle cravatte dell'epoca; ma oggi che i divieti nel campo dell'abbigliamento si sono affievoliti al punto che non è più obbligatorio in alcun ambito indossare la cravatta, quella gamma si è moltiplicata all'infinito.
I cultori della cravatta più esigenti e più desiderosi di associare alla loro passione una comprovata conoscenza, sostengono che i motivi costituiscono la materia precisa dell'universo della cravatta.
Dai tempi del loro sviluppo, negli anni 30, vengono archiviati, analizzati, raggruppati in famiglie con un rigore quasi maniacale.
Per il vero specialista, un motivo non è definito dal suo genere o dal suo stile, ma innanzitutto dal tipo di esecuzione e dalla sua precisa collocazione: quest`ultima soprattutto determina il lavoro di tessitura, la stampa e in alcuni casi persino la confezione.
D'altro canto, la collocazione del motivo è quella che conferisce uno stile alla cravatta, almeno quanto il disegno stesso.
La definizione classica della "cravatta a fiori" per esempio, può far pensare a una cravatta decorata da un motivo non troppo grande di margherite ripetute in modo regolare, oppure a una cravatta pittoresca con al centro da un unico grande girasole.
I britannici hanno imposto al mondo della cravatta il termine "all over" per definire la più comune disposizione del motivo, ovvero la ripetizione di uno o più soggetti su tutta la superficie del capo.
Si registrano infinite possibilità di all over: dai piccoli disegni di forma geometrica agli animali, ai pois, strumenti musicali, e ogni possibile oggetto.
I motivi possono essere in questi casi collegati da qualsiasi figura, oppure separati gli uni dagli altri.
Il "rapporto" dell'all over, ovvero la dimensione totale del motivo ripetuto, varia notevolmente a seconda del modello.
Il grande successo di questa disposizione nasce indubbiamente dal simbolismo prestigioso che evoca, in modo piu o meno consapevole, in chi indossa la cravatta.
Sin dall'antichità, ciò che in Francia veniva chiamato "semè" rappresentava qualcosa di solenne e maestoso, persino di sacro, e per questi motivi veniva impiegato su alcuni stemmi reali, su tele sacre e oggetti liturgici, su numerose immagini in cui è raffigurata la divinità.
L'esempio più celebre di questi antichi motivi è senza dubbio il giglio di Francia, l'emblema della monarchia che ancora oggi compare come ornamento nelle cravatte più classiche.
L'all over conferisce quindi una particolare dignità ai motivi più creativi e può essere ripetuta infinite volte in modo regolare e costituisce un insieme nel complesso discretamente elegante; inoltre inizialmente il disegno non aveva un orientamento fisso e quindi si poteva tessere e tagliare il tessuto in qualsiasi direzione, risparmiando notevolmente sulla produzione.
La diversità e la creatività degli all over moderni non ha comunque scalfito il fascino della versione più classica: il "macclesfìeld".
Il paesino a cui si deve il nome, si specializzò negli anni 20 nella tessitura di piccoli motivi geometrici in all over, che da allora si ripresentano tali e quali su numerosissime cravatte stampate o operate.
Ma non tutti gli all over a motivi geometrici sono necessariamente macclesfield: questi ultimi infatti sono caratterizzati da un rapporto piccolo in cui i motivi si dispongono su uno sfondo lavorato con la stessa disegnatura: l'effetto che ne risulta è quindi quello di un mosaico.
Esiste inoltre un altro tipo di disposizione, che consiste in disegni di grande dimensione che occupano l'intera superficie o la maggior parte della gamba: riutilizzando in qualche modo i motivi creati per i tessuti di arredamento, i produttori di seta introdussero questo stile durante gli anni 30.
Negli anni successivi venne poi ripreso con frequanza e trasformato: sulle cravatte fantasia americane, in contemporanea alla comparsa in Europa dei grandi motivi cachemire.
Dopo un breve periodo di declino, oggi i disegni grandi vivono una fase di crescente successo, grazie all'esuberanza di stilisti particolarmente audaci.
Decisamente raro ai giorni nostri, il motivo piazzato definito dagli inglesi "underknot", letteralmente "sotto il nodo", compare una sola volta sulla cravatta ed il nodo resta in tinta unita.
Come dice la parola stessa il motivo deve essere collocato appena sotto il nodo, oppure a meta strada tra questo e l'incrocio dei risvolti della giacca.
E' consentito l'utilizzo di una figura geometrica, uno stemma, un medaglione o qualsiasi tipologia di disegno figurativo.
Questo tipo di motivo impone ai produttori l'utilizzo del più grande rapporto possibile: dovendo comparire una volta sola dovrà essere intessuto su tutta la superficie della seta.
Poichè la cravatta in seta operata è oggi la più apprezzata, è molto probabile che il motivo piazzato torni di moda.
Anche nel caso dell'all over, ai vari motivi ripetuti può essere assegnata una collocazione ben definita: in un all over policromo di fiori per esempio è possibile stabilire che i fiori rossi siano disposti al centro o sui lati.
Ad ogni modo tutti i motivi che prevedono una collocazione definita impongono la necessìtà di prevedere fin dalla fase di tessitura e stampa quali saranno il taglio del tessuto e la fattura finale.
Nel mondo si vendono ogni anno circa 800 milioni di cravatte e si stimano in diverse decine di migliaia i nuovi motivi in uscita ogni anno.
Ma in questo mondo di nuove creazioni, resiste una categoria di motivi pressoché immutabile, che seguendo il ciclo delle tendenze ricompare sulle cravatte con regolarità immutata.
Possiamo definire questi motivi "i grandi classici".
Creati oltre un secolo fa, numerosissime cravatte possono essere definite come delle riedizioni, talvolta leggermente modificate.
Ogni produttore di tessuti infatti conserva meticolosamente i propri archivi, e quando il cravattaio decide di proporre un nuovo motivo classico ad un cliente uno dei suoi maggiori piaceri è quello di immergersi in questi grandi e antichi campionari di tesori senza tempo.
Scoprirà al suo interno tutte le possibile geometrie immaginabili, righe, pois e motivi cachemire: ogni pagina di questi archivi svela una piccola storia delle tendenze di moda in un'epoca passata, ma non troppo.